A meta' degli anni cinquanta, le Ferrovie dello Stato si resero
conto che ormai era irrinunciabile l'accelerazione degli studi
su quale sarebbe stato il miglior sistema di trasmissine, se idraulica
o elettrica, per le macchine diesel di nuova concezione, quelle
che sarebbero dovute andare a sostituire le ormai obsolete locomotive
a vapore sulle linee secondarie e complementari a medio e scarso
traffico. In questi esperimenti i tecnici riscontrarono la superiorita',
sotto moltissimi aspetti, della trasmissione elettrica su quella
idraulica. A seguito di questi studi e delle prove fatte sul campo,
con i prototipi dei gruppi D 341 e D 342, nacquero i primi due
tipi di diesel unificati delle FS, destinati poi a divenire quattro
ed essere quelli che costituiscono ancora oggi l'ossatura portante
delle macchine FS sulle linee secondarie non elettrificate.
Diesel Elettrici D.343 serie 1000 e 2000
Questo e' il primo modello, tra i Diesel unificati, che ho voluto facesse parte del catalogo della Locomodel. Secondo il mio giudizio, questo e' il piu' significativo tra tutti, perche' e' quello che ha aperto, assieme al D 443, la strada agli altri e perche' e' diverso da ogni altro, con quelle sue serrande di accesso al vano bagagli, artificio che doveva far risparmiare il traino di un carro bagagliaio, guadagnando in prestazione. Consegnato alle Fs nel 1967, sta ancora lavorando tutti i giorni sulle linee di mezza Italia e, se ora e' cominciato il periodo degli accantonamenti, e' anche vero che le Ferrovie Concesse gli stanno ridando nuova vita, avendone comperati molti dalle stesse FS, che appunto ne stava dismettendo la serie 1000, trovandoli quanto mai adatti al servizio leggero, tipico delle Ferrovie locali.
Questa macchina, al vero, ha la potenza di circa 1000 Kw. Le unita' dalla 1001 alla 1040, sono state dotate in origine di un motore Diesel Fiat tipo 218 ad otto cilindri a V sovralimentato, mentre quelle dalla 2001 alla 2035 con uno Breda-Paxman tipo 12 YJLC, sempre sovralimentato, ma a dodici cilindri. Le differenze estetiche tra le due serie, in funzione di questa diversa caratteristica meccanica, sono molto limitate e praticamente li si riconosce dalla diversa foggia della protezione sull'imperiale e per i diversi scarichi.
Locomodel propone ambedue queste serie di prototipi allo stato di origine, con vetri curvi, sia con la serranda chiusa, che aperta, in questo caso con la riproduzione della parte interna del vano bagagliaio. Tutti i modelli sono realizzati rigorosamente a mano, in metallo fotoinciso e fuso, inoltre presentano la trasmissione su tutti e quattro gli assi sia nella configurazione con la serranda aperta che in quella con serranda chiusa. I carrelli sono isostatici e la velocita' di 130 Km/h dei prototipi e' riprodotta in scala.
Ecco la foto di un modello con serranda chiusa...
e qui sotto quella nella versione con serranda aperta
Ma, come detto piu' sopra, questa macchina ormai conosce da tempo anche l'appartenenza a parecchie Ferrovie Concesse, quindi non poteva mancare questa testimonianza nel parco rotabili Locomodel. La prima macchina, tra queste, che Locomodel propone agli appassionati e' quella acquistata dalla Ferrovia Sangritana e ridipinta con un simpaticissimo ed elegante schema di coloritura in verde brillante e grigio. Purtroppo questo locomotore ha subito un grave incidente e probabilmente, a causa degli ingenti danni subiti, dovra' essere demolito, rendendo ancora piu' interessante e storicamente importante la sua riproduzione modellistica. Eccone la foto del prototipo qui di seguito.
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