La trazione con il sistema trifase a bassa frequenza (16,7 Hz) e' stata il fiore all'occhiello delle nostre Ferrovie fin da prima della Grande Guerra. Queste piccolissime macchine vantavano potenze dell'ordine dei 2700 cavalli, ben piu' anche delle piu' grosse macchine a vapore (la nostra migliore macchina, la Gr. 691, sviluppava all'incirca 1750 CV), gestivano il comando multiplo e nelle gallerie non soffocavano macchinisti e passeggeri. Furono un successo che duro' molto tempo; la sperimentazione porto' ad avere parecchi gruppi che erano concettualmente divisibili in due grandi categorie, le macchine a ruote piccole, destinate ai treni merci e a quelli passeggeri che dovevano transitare per i valichi montani e le macchine a ruote alte destinate ai treni passeggeri veloci e agli Espressi pesanti.
Pur essendo gia' impegnate nella sperimentazione sia con la trazione elettrica trifase a frequenza industriale sulla Roma-Sulmona che con quella in corrente continua a 3000 V, sulla Benevento-Foggia, nel 1922 le Ferrovie dello Stato, forti della sicurezza che da decenni ormai era garantita dalla trazione elettrica trifase a bassa frequenza, decisero di elettrificare un consistente numero di altre linee con questo stesso sistema che sicuramente aveva raggiunto la sua piena maturita'. Pero', per ottenere un apprezzabile risultato operativo, le macchine a disposizione, era chiaro, non sarebbero risultate piu' sufficienti per numero ed era indispensabile provvedere a nuove ordinazioni.
A questo punto si pose il dilemma se fosse meglio rinforzare la quantita' delle macchine che erano gia' in dotazione con nuove ordinazioni degli stessi tipi, o se, invece, fosse conveniente mettere a frutto l'esperienza accumulata in circa vent'anni d'uso di questa tecnologia, per progettare ex novo le macchine necessarie ai nuovi servizi che presto sarebbero stati richiesti.
I vertici delle FS, anche in virtu' del consistente numero di nuove macchine da ordinare (183 a ruote piccole e 40 a ruote alte) scelsero questa seconda strada per beneficiare degli anni di esperienza acquisita, liberarsi definitivamente dai brevetti esteri e, non ultimo, eliminare tutti i difetti, le limitazioni e le complessita' di manutenzione delle macchine gia' in dotazione, intraprendendo due nuove progettazioni che porteranno, di li' a pochi anni, alla nascita della E.554 e della E.432.
Le E.554 furono, quindi, le prime macchine pensate, progettate e costruite completamente in Italia da tecnici e maestranze italiane, prendendo tutto il meglio di quello che c'era e migliorando, in funzione dell'esperienza, quello che sulle altre dava dei problemi. Effettivamente furono un vero successo; le prime E.554 furono ordinate alle ditte costruttrici nel 1927 e questo primo lotto di 73 unita' fu consegnato gia' nel 1928. L'esito fu talmente positivo che nello stesso anno furono ordinate le altre 110 per arrivare al totale di 183 macchine che erano previste per l'esercizio.
Locomotiva Elettrica trifase
E.554
Come ho gia' accennato, le E.554 furono locomotive della potenza di 2000 Kw (circa 2700 CV) con una massa in servizio e aderente di 77 tonnellate (la FS Gr. 480, nata nel 1923, la piu' potente locomotiva a vapore che abbiamo mai avuto, aveva un peso aderente di 75 tonnellate), capaci di uno sforzo di trazione massimo di 153 kN. Furono costruite da TIBB, Ansaldo, CEMSA, OM-CGE, FIAT Savigliano, Officine Reggiane, Officine Meccaniche Navali di Napoli e infine dalla Vickers di Terni. Lavorarono instancabilmente dal 1928 al 1973 quando fini' definitivamente l'era del trifase a bassa frequenza, comunque furono le ultime macchine con questo tipo di alimentazione ad essere alienate.
Ora, grazie ad un progetto assolutamente esclusivo per qualita' meccanica e precisione nella riproduzione, Locomodel vuole proporre questo modello anche nella scala piu' difficile, la scala N, sfidando per qualita' le riproduzioni in scala H0.
Tutto e' riprodotto in metallo, alla perfezione, dalla tiranteria dei freni ai supporti dei cavi sia sul tetto che sul complicatissimo pantografo.
Fin dal primo momento dell'assemblaggio risultava chiaro che sarebbe stato un modello come pochi, infatti, dopo aver messo insieme un bel po' dei suoi componenti la macchina si presentava gia' cosi' come la vedete qui sotto.
In questa prima stesura del progetto la meccanica, che comunque gia' motorizzava tramite ingranaggi quattro assi su cinque, era concepita per avere i supporti dei perni degli ingranaggi realizzati in fotoincisione. La fotoincisione restituisce una precisione vicina al centesimo di mm. ma poi deve essere gestita manualmente, peggiorando un po', per quanto bravi si sia, questo pur notevole valore. Per cui, vista la bellezza del modello, ho deciso di regalargli anche una meccanica ricavata dall'ottone pieno, facendola realizzare in officina specializzata con macchine a controllo numerico; dopo questa opportuna decisione ora anche la meccanica e' sicuramente all'altezza del suo aspetto e, soprattutto, dei migliori modelli europei. Eccola qui sotto completa della trasmissione proveniente dal motore.
Questa meccanica da' vita ad un meccanismo perfetto, d'altronde non potrebbe essere diversamente dovendosi misurare con la bellezza di cinque assi accoppiati, piu' due alberi ciechi... ecco qui sotto il complessivo gia' montato
Com'e' ovvio e verificabile fin dal primo sguardo, nulla di questo modello (come nessun altro di Locomodel) deriva dalla produzione commerciale, e tutto, dal pantografo ai ceppi dei freni, e' frutto di costruzione integrale. La E.554 sara' realizzata in pochissimi esemplari, solo su ordinazione e andra' a costituire il primo tassello di un mosaico che comprendera' tutto il parco di macchine trifasi delle FS; le prossime ad essere realizzate, gia' allo stadio finale della progettazione, saranno la meravigliosa E.432 e la mitica E.550. Ecco qui sotto una foto del prototipo della E.554, finito e dipinto nei suoi classici colori, castano e isabella.
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