Scala N



Durante la ricostruzione post-bellica le nostre Ferrovie erano ben consce che il vapore ormai era arrivato al capolinea e stavano studiando quale sistema di trasmissione sarebbe stato piu' idoneo per affidabilita', costi di esercizio e semplicita' di manutenzione, sulle nuove macchine diesel che avrebbero avuto il compito di sostituire l'ormai obsoleto parco di locomotive a vapore. Invero le nostre ferrovie fin dalla loro costituzione, nel 1905, ben sapevano che il futuro del trasporto ferroviario sarebbe stato ad appannaggio della trazione elettrica ed i primi decenni del secolo scorso, infatti, videro le FS primeggiare sia con la trazione trifase, prima, sia con quella a CC a 3000 V. piu' tardi, ma risulto' subito chiaro che gli alti costi delle infrastrutture, se potevano essere compatibili con le linee a forte traffico, certamente non lo sarebbero stati piu' con quelle secondarie, da sempre a scarso traffico e quindi a scarso reddito, ma necessarie perche' socialmente importanti. Per questo motivo, su queste linee, la sostituzione delle locomotive a vapore non avrebbe potuto essere eseguita che grazie alla trazione diesel, questa era una certezza assodata; il dilemma, semmai, si spostava sulla scelta del tipo di trasmissione da adottare, se idraulica come si era deciso di fare in Germania con le V 200, oppure elettrica, tenendo conto di tutti i fattori, compreso il fatto che l'utilizzo della trasmissione elettrica avrebbe appesantito le macchine di piu' che con la trasmissione idraulica, mentre le nostre linee, che avevano binari leggeri, gradivano materiale leggero.

Diesel Idromeccanici D.442 Ansaldo

La decisione sul procedere con diesel a trasmissione elettrica o idraulica, non era cosa da poco, perche' derivava anche dalla conoscenza che le nostre industrie del settore avevano accumulato in ognuno dei due sistemi; ovviamente la scelta giusta avrebbe portato ad una maggiore affidabilita' del sistema e ad un piu' contenuto costo di esercizio che, per una ferrovia atavicamente scarsa di risorse come la nostra, era cosa di vitale importanza. Cosi', mentre le FS procedevano parallelamente alla progettazione e alla verifica dei due sistemi di trasmissione con i gruppi D.341 e D.342, le aziende maggiori come OM, Fiat, Breda e Ansaldo progettavano macchine sperimentali in proprio, sia per verificare soluzioni innovative da proporre eventualmente alle FS, sia per acquisire quella competenza che, forse, mancava ancora un pochino alla nostra industria. Le macchine prototipo non si contavano in quegli anni, tutti ne hanno costruita qualcuna; la D.442 e', appunto, una macchina sperimentale progettata e costruita dalla Ansaldo da collocarsi nella fascia alta sia per potenza che per versatilita' di utilizzo.

La D.442, costruita nel 1957, e' una macchina molto possente, dotata di due potentissimi motori sovralimentati Maybach (tedeschi ma di cui la Ansaldo era licenzataria) eroganti ben 2400 CV; questa macchina vantava un aspetto decisamente solenne e maestoso. Nell'esercizio, come tutte le macchine sperimentali, ebbe qualche acciacco, ma, nel 1960, venne comunque acquisita dalle FS divenendo ufficialmente una locomotiva del parco delle Ferrovie dello Stato. La livrea di origine dei D.442, visibile nella foto in testa a questa pagina, era decisamente innovativa e si staccava molto dagli schemi classici FS, infatti, sul frontale, presentava due grossi baffi bianchi, da qui il soprannome di "Baffone" datole dai ferrovieri, e, al centro del tetto e fino ai ricaschi, presentava una grandissima ellisse azzurra. Una livrea decisamente originale, non c'e' di che dire.

Nel corso della sua carriera subi' alcune importanti variazioni estetiche, infatti, dapprima venne uniformato il suo aspetto con quelli che erano i canoni estetici classici delle FS; in seguito abbandono' il suo stemma originale di concezione lineare e stilizzata per assumerne un altro egualmente grande, ma alato, per cambiare look ancora una volta quando, in occasione di una grande revisione, nell'ottica di alleggerirla e di renderne piu' semplice la manutenzione, venne smontata definitivamente la caldaia del riscaldamento a vapore, mai utilizzata, e le vennero tolte le grembiulature che mascheravano in parte i carrelli, lasciandone a vista tutta la loro parte centrale e posteriore. Le foto poste qui sotto seguono l'evoluzione delle sue quattro fasi "estetiche". Anche la sua immatricolazione cambio' con gli anni, passando dall'iniziale D.442 401 al definitivo D.442 4001.

Ora Locomodel propone tutte e quattro queste versioni del D.442, dallo stato di origine con i grossi baffi e lo stemma a base quadrata, alla versione con stemma alato, alla versione con nuovo stemma e colori FS classici per arrivare alla versione finale con nuovo stemma e aperture grandi in corrispondenza dei carrelli. Tutti i modelli sono realizzati rigorosamente a mano, in metallo fotoinciso, fuso e tornito, sono dotati di un grosso volano per una marcia dolce e realistica e presentano la trasmissione su tutti e quattro gli assi con fulcro ribassato. I carrelli sono ad appoggio isostatico e la velocita' di 140 Km/h dei prototipi, e' anch'essa riprodotta in scala. Questa macchina, naturalmente oltre ai collezionisti, è adatta a chi possiede tracciati con curve almeno con raggio R2, in quanto i carrelli, stretti nella carrozzeria, nella parte anteriore che oltrettutto si stringe, non sopportano angoli di rotazione maggiormente elevati.

Ecco la foto del primo esemplare di questo modello in via di ultimazione...

| Pagina Precedente | Home Page | Scala N | Scala H0 | Scala H0m |
|
Componenti | Attrezzi | Site Map | eMail |